venerdì 26 aprile 2013

Il Robin Hood delle banche

di Annalisa Pellegrino

 
Catalano, 36 anni, faccia pulita,un ragazzo come tanti eppure Enric Duran Giralt è stato definito il Robin Hood delle banche. Attivista e sostenitore del sistema per la diminuzione regolare e controllata della produzione economica con l’obbiettivo di stabilire una nuova relazione di equilibrio tra l’essere umano e la natura ma soprattutto tra gli stessi esseri umani, si è guadagnato questo appellativo quasi cinque anni fa. Tutto è iniziato il 17 settembre del 2008, quando Duran pubblica un articolo chiamato “ho rubato 492.000 euro a chi più ci deruba” per denunciare il sistema capitalistico e per creare alternative alla forma attuale della società, stampato sul giornale gratuito “Crisi”. Nell’articolo Enric spiega il procedimento seguito. Egli Chiese 68 prestiti differenti a 39 entità finanziarie con le scuse più normali : comprare una macchina, riformare casa etc. ,creò una impresa fantasma e falsificò documenti affinchè il sistema di controllo del credito non rilevasse questo indebitamento esagerato. Pubblicato l’articolo annunciò che si sarebbe trasferito per un tempo indeterminato in un altro continente per sfuggire alle denuncie degli enti defraudati. Dichiarò inoltre di tenere per sè una piccola somma di denaro per sopravvivere durante questo tempo e non scartò l’idea di poter finire ugualmente in prigione. La cosa incredibile fu che nessuno tra gli enti truffati sporse denuncia contro Enric Duran, alcune delle banche dichiararono addirittura che le somme sottratte erano di scarsa rilevanza. Davanti alla mancanza di un processo a suo carico, Duran si chiese se quello che si voleva mantenere non fosse appunto un silenzio su tutta la faccenda per non dare risonanza alla sua protesta. Un mese dopo la scottante pubblicazione, il 17 di ottobre pubblicò un ulteriore dichiarazione intitolata “ Visto che si è smascherato chi ci deruba, presto tornerò alla attività pubblica” con la ferma volontà di far conoscere al mondo intero la triste verità che politici e banchieri vanno di pari passo per saccheggiare quanto più è possibile i cittadini e portando ad esempio l’assurdità dell’aiuto di 2 miliardi di euro di denaro pubblico concessi dall’Unione Europea agli enti finanzieri. Lo stesso 17 ottobre ben 18 entità finanziarie denunciarono Enric Duran. .Il 17 di marzo 2009 Duran tornò alla ribalta con un nuovo periodico: “Possiamo vivere senza capitalismo” (Podemos vivir sin capitalismo) e fu arrestato dalla polizia. ( Blog: http://enricduran.cat/). Ma per cosa si batte Enric Duran? Cosa ha fatto scattare in lui la voglia di cambiare le cose?. Tutto il denaro preso ai vari enti finanziari è stato totalmente usato per cause sociali e per creare riviste gratuite. I due unici modi per cambiare le cose per Duran sono la disobbedienza civile e l’ espropriazione bancaria e ipotizza come opzione differente alla struttura della nostra società attuale, oppressa da pesi politici e economici, una cooperativa integrale ( in questo caso CIC, Cooperativa Integral Catalana) la quale consiste in una forma giuridica che permetta di costruire uno spazio di relazioni economiche autogestite tra quelli che vi partecipano, si escludono e ci si protegge dall’azione delle banche e dello Stato e legalmente può essere definita come una cooperativa mista di servizi e consumo dove le imprese e le singole persone possano partecipare scambiando servizi internamente alla cooperativa e vendere all’infuori di questa http://iceautogestion.org/index.php?option=com_content&view=article&id=264:la-cooperativa-in . Questi gli ideali in cui crede fermamente Duran che il 7 di febbraio del 2013 ha sollecitato la sospensione del suo giudizio prevista per il 12 di febbraio, apportando alla sua richiesta motivazioni come la lesa al diritto di difesa, avendo avuto solo tre settimane di preavviso per preparare le prove relative al processo e essendosi visto respingere ben 32 testimoni tra impiegati delle stesse officine bancarie etc. Davanti a questa “farsa giuridica” come l’ha definita Enric, il Robin Hood dei giorni nostri ha optato per la disobbedienza civile e non si è presentato a giudizio. Forse le modalità dell’attivismo di Duran possono essere messe in discussione è opinabile il suo modo di agire, però quello che questo ragazzo ha iniziato è un movimento diverso, per una volta meno astratto, fatto di idee, fatti e soprattutto alternative, cose in cui poter credere e cose su cui riflettere, un esempio da tener presente e sicuramente una spinta di cui abbiamo bisogno!

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