lunedì 30 aprile 2012

Un anno con Italiani a Barcellona Tv

La nostra web Tv compie il primo anno di vita e vogliamo condividere questo appuntamento con tutti gli amici, collaboratori e chi ci segue costantemente sui social network...
Un anno ricco di soddisfazioni e tanto impegno che vogliamo riassumere con qualche dato importante: le visualizzazioni al nostro canale youtube (http://www.youtube.com/user/ItalianiaBarcellona) superano le 150.000, con la media di oltre 10.000 visite al mese. Degli oltre 90 video prodotti in questa stagione, il nostro pubblico ha eletto quelli più interessanti, seguendo l'innovativo metodo di fruizione on-demand che viene agevolato appunto dal web. Tra questi vogliamo segnalare i servizi sul Sonar, il festival musicale che si celebra a Barcellona in primavera, che con l'esibizione del dj canadese Richie Hawtin al mercato della Boqueria, ha fatto registrare molte visualizzazioni anche a livello internazionale.




Abbiamo seguito per voi anche gli eventi di musicisti italiani come Giovanni Allevi, Stefano Bollani e i gruppi Modena City Ramblers, 99 Posse e Giulia y los Tellarini, ma non ci siamo occupati solo di musica! Tra i video più visti, infatti, ci sono i reportage delle manifestazioni degli Indignados che abbiamo seguito in prima linea a tutti gli appuntamenti e varie presentazioni di libri, tra cui l'ultimo di Roberto Saviano...




Ci siamo dedicati inoltre a far conoscere personaggi e associazioni italiane attive qui a Barcellona, come ad esempio, la giornalista Claudia Cucchiarato, l'attivista politico Marcello Belotti e il direttore del Teatro Stabile Marco Barlocci o episodi di cronaca che hanno interessato da vicino la comunità italiana residente nella capitale catalana, come il caso dell'associazione Stop Bales de Goma che da anni sta lottando per la proibizione delle armi di repressione usate dalla polizia.
Per non sembrare troppo "impegnati" abbiamo anche alleggerito gli argomenti occupandoci di eventi di puro e semplice intrattenimento, in occasione delle finali di Miss Italia nel Mondo o seguendo i festeggiamenti per la vittoria della Champions League del FC Barcelona lo scorso Maggio.
Infine, la nostra attenzione si è spostata sulla città e le sue tradizioni e siamo andati a curiosare, con la rubrica Bcn Street View, in alcuni dei quartieri più rappresentativi come il centro storico, la Barceloneta e Sants...

 


Durante questo anno abbiamo visto aumentare di giorno in giorno i seguitori sulle nostre pagine di facebook, twitter, flickr e qui sul nostro blog. Oggi contiamo oltre 3.000 contatti complessivi. Per questo motivo vogliamo ringraziare tutti coloro che apprezzano e appoggiano con entusiasmo il nostro lavoro, ma anche i critici più duri che permettono di migliorarci progressivamente fino, chissà, a consolidare il nostro network come un punto di riferimento tra i media italiani a Barcellona.






martedì 17 aprile 2012

Barcellona anni '10 - La giustizia dov'è? (In risposta al giornalista Enric Juliana)

Un paio d'anni fa, in una nota trasmissione satirica della Sexta, popolare canale d'intrattenimento della Tv spagnola, la simpatica e affascinante presentatrice Ana Morgade recitò un monologo, nel quale, ironicamente, invitava le istituzioni spagnole, in particolare quelle catalane, a replicare e cercare di far defluire il flusso crescente di immigrazione italiana a Barcellona. Evidentemente, da allora, politici e giornalisti catalani devono essersi presi questo monologo davvero in maniera seria.
Poche settimane fa, il giornalista de La Vanguardia Enric Juliana, ha pubblicato infatti un articolo improbabile in cui le responsabilità degli incresciosi avvenimenti di violenza della manifestazione del 29 Marzo scorso a Barcellona, venivano addossate a un potenziale e inverosimile gruppo di anarchici italiani, strettamente collegato, secondo il giornalista, agli attivisti NO TAV.

Ovviamente, la risposta della comunità italiana al giornalista, non si è fatta attendere molto. Dalle strade alle associazioni, dai social network fino ai nostri canali di web tv, si è alzato un polverone di polemica, peraltro tipicamente italiano, in cui lo stesso giornalista veniva redarguito, accusato di superficialità, poca diplomazia e invitato alle scuse ufficiali.
Il fatto è grave, rischia di portare con sè risentimenti inutili, infangare il buon operato di molti nostri connazionali, oltre a creare un precedente pericoloso nei solitamente quieti rapporti tra italiani e spagnoli. Le istituzioni in Italia, come sempre, se ne sono lavate le mani.
Adesso noi ci chiediamo: perchè tutto questo? Proviamo dunque a mettere un pò di chiarezza e analizzare le cose partendo da fatti reali e non ipotetici come invece piace fare al nostro caro Juliana.

Molti, troppi avvenimenti, nel corso degli ultimi anni, hanno contribuito a far nascere tra il popolo italiano residente a Barcellona, sentimenti di profonda amarezza e incomprensione, dovuti a grossolane ingiustizie e disinteresse generale. Il tutto ha provocato inevitabilmente la reazione da parte di molti italiani, i quali si sono resi conto di non essere tutelati nei propri diritti di cittadini comunitari o addirittura di essere indifesi, a volte, al cospetto di una giustizia autarchica e repressiva.
Ma parliamo per fatti e partiamo dalla storia di Nicola Tanno, della quale ci siamo noi stessi già ampiamente occupati. Nicola, un giovane studente di Campobasso, venne a Barcellona con una borsa di studio europea e dopo pochi mesi di soggiorno nella capitale catalana, perse un occhio a causa di un proiettile di gomma sparato dai mossos, la polizia. Nicola racconta che stava festeggiando con degli amici per una partita di calcio quando improvvisamente si è ritrovato sulla strada, proprio mentre i mossos cominciavano a sparare le ormai tristemente conosciute balas de goma. Durante l'ultima manifestazione del 29 Marzo, invece, altri due italiani sono stati colpiti da queste armi. Entrambi hanno perso un occhio. Riguardo a questi casi, quello che viene richiesto da parte di associazioni nate in seguito a tali eventi, è la proibizione dell'arma, l'identificazione del poliziotto e il riconoscimento delle colpe e del reato.
Negli ultimi anni, sono all'incirca trenta le persone che in Spagna hanno subito mutilazioni a causa di questo strumento tanto pericoloso quanto inutile, messo in mano a delle persone fanatiche e violente, autorizzate dal governo stesso a sfogare la loro violenza in questo modo. Nel Paese Basco, un giovane di 28 anni è morto perchè colpito in parti vitali da un proiettile di gomma.
Al di là quindi del discorso prettamente patriottico, gli italiani, come migliaia, anzi milioni di persone di ogni nazionalità, non vogliono rinunciare al sacrosanto diritto di manifestare una gioia o per una situazione che non va, oltretutto per cause derivanti dai governi e dai poteri economici stessi, che non sanno o non vogliono cambiare.

Ma continuiamo a parlare di fatti reali, come ad esempio il caso 4F, la vicenda dell'italiano Rodrigo Lanza. Rodrigo si trovava in una strada di Barcellona, festeggiando con alcuni amici, proprio davanti a un centro sociale, quando alcune guardie notturne, avvisate probabilmente dai vicini, accorsero sul luogo. Uno degli agenti fu colpito alla testa da un oggetto lanciato (o caduto?) da un balcone e fu trasportato via d'urgenza in gravi condizioni. Le altre guardie, nella confusione generale, arrestarono due persone in mezzo alle centinaia che partecipavano alla stessa festa. Uno dei ragazzi era Rodrigo Lanza, il quale, oltre a essersi sempre dichiarato innocente, ha denunciato più volte di essere stato vittima di violenze e abusi, sia durante durante l'arresto sia all'interno del carcere Modelo di Barcellona dove ancora oggi è recluso. La ragazza che fu arrestata insieme a lui si è invece suicidata dopo due mesi di reclusione, privata forse ingiustamente della cosa più preziosa che aveva: la libertà.
Due tra i mossos coinvolti nel caso sono stati accusati e processati per corruzione in un'altra vicenda collegata. Noi di Italiani a Barcellona Tv riceviamo oggi le richieste di amici e familiari per fare qualcosa, anche se non proprio giustizia, poichè non abbiamo questo potere, almeno di dare voce a una vicenda grottesca che manifesta ancora molti punti oscuri. Proviamo quindi a contattare l'ufficio comunicazione dei mossos per fare un'intervista al portavoce o chi per lui e magari intervistare lo stesso Rodrigo, per sentire sia la sua versione sia quella di chi dovrebbe tutelare la legge e i cittadini, ma la risposta che ci arriva per mail è un NO categorico e ci invitano inoltre a fare questo tipo di richieste direttamente alle sedi legali interessate. In parole povere riescono forse legalmente, ma scorrettamente nell'etica dei fatti, a nascondersi dietro alla burocrazia e a costi eccessivamente elevati per produzioni indipendenti come noi. Ma allora il consolato italiano a cosa serve? Essi avrebbero la possibilità di rendere nota la vicenda, esporla alla stampa ed eventualmente alle sedi legali, ma tutto tace, come nella più classica storiella di omertà all'italiana. Alcuni italiani, sui social network, accusano addirittura gli enti istituzionali e i loro rappresentanti di fare il gioco dei politici di CIU, il partito che attualmente governa in Catalunya e che vede tra le sue fila personaggi autorevoli e temibili come Artur Mas, Josep Antoni Duran i Lleida e Felip Puig, il conseller che secondo gli addetti ai lavori è il vero responsabile delle attuazioni violente da parte dei mossos. Sembra ovvio quindi, secondo le opinioni di tali accusatori nostri connazionali, che le istituzioni italiane stiano tentando di collaborare per epurare la propria comunità da quei gruppi e personalità "non gradite", che potrebbero intaccare l'immagine e l'apparenza complessiva di un intero popolo. In pratica ciò che è successo in Italia negli ultimi venti lunghissimi anni.

Per concludere, riportiamo un ultimo fatto, reale come il monumento di Cristoforo Colombo che si eleva orgoglioso nel cielo, all'estremità della rambla. Qualche mese fa siamo stati contattati da una ragazza italiana, la quale denunciava di essere stata truffata da uno sconosciuto che tentava di affittare un appartamento non di sua proprietà. La ragazza era andata a vedere l'appartamento, come si fa di solito, lo sconosciuto le aprì la porta e lei visitò il piso. Per la firma del contratto, lo scambio delle chiavi e il pagamento, la ragazza fu invitata in un ufficio in pieno centro e felice per la trattativa andata a buon fine, si diresse nel suo nuovo appartamento, ma al suo arrivo notò subito qualcosa di strano nel vedere le chiavi non aprire la porta. Provò quindi a mettersi in contatto con lo sconosciuto, il quale però era scomparso. Di lui nessuna traccia, documenti, numeri di telefono e conti correnti erano stati abilmente manipolati. Lei suonò a vari campanelli dei vicini e scoprì di essere stata effettivamente truffata poiché la descrizione del proprietario non corrispondeva al tizio che le aveva mostrato l'appartamento, dopodichè se ne andò in fretta e furia a denunciare l'accaduto, prima a due agenti di pattuglia in strada che le dissero di non poter fare niente, poi all'ufficio più vicino dei mossos d'esquadra. Dopo un attesa di ore, finalmente, venne ascoltata la sua testimonianza. Da allora il nulla, i mossos sono scomparsi come lo sconosciuto di cui sopra, niente indagini ai proprietari dell'appartamento né all'ufficio in centro in cui firmarono i documenti. La ragazza racconta che i mossos l'hanno sempre liquidata con un “le faremo sapere”, ma intanto lei stessa ha continuato a indagare e ha scoperto che dietro a tutto questo c'è un'azienda che gestisce e affitta, per ore, questi uffici a privati (truffatori o no, chissenefrega finchè pagano!) e che non può in nessun caso comunicare i nomi di chi usufruisce di tale servizio. Insomma, una truffa autorizzata e a regola d'arte. Ma in tutto questo i mossos cosa hanno fatto? Una domanda alla quale non sappiamo dare una risposta.

Probabilmente anche questa vicenda è già stata messa in archivio, come decine di altre storie che ogni giorno veniamo a scoprire da coloro che ci contattano per raccontare la propria disavventura a Barcellona. I furti di telefonini, portafogli e gli scippi di borsette non si contano più, alcune zone della città sono vere e proprie oasi per la delinquenza internazionale, prostituzione, droga, truffe da parte di chi offre lavoro, banchieri assetati di sangue umano, case in affitto, o meglio loculi veri e propri senza finestre e con la muffa sulle pareti, a prezzi altissimi, coi quali le agenzie immobiliari sono rese libere di speculare a proprio piacimento, persone anziane trovate a rovistare nell'immondizia per portarsi a casa un pasto, senza contare poi i regolamenti di conti delle comunità nordafricane nelle periferie della città, ai quali la generalitat non sta trovando alcun rimedio o i curiosi traffici notturni degli indiani nel centro storico. E mentre questo accade quotidianamente, a Barcellona, i mossos vagano per la città multando chi beve birra in strada, chi cammina "troppo svestito", chi chiude il proprio locale con una mezz'ora di ritardo o i proprietari dei cani sorpresi a fare pipì in qualche angolino.

La realtà dei fatti è questa, caro Juliana, e se lei avesse il coraggio di camminare per la rambla, il barrio gotico e il raval se ne accorgerebbe, evitando di scrivere castronerie per giustificare le responsabilità etiche e politiche della sua nazione, perchè in fin dei conti cosa si aspetta da questa situazione? Pretende forse che il popolo spagnolo, ridotto sul lastrico, vada ad applaudire sotto al parlamento o alla residenza reale i propri “beniamini”? In ogni caso non sarebbe una buona idea perchè questi mitici beniamini e grandissimi benefattori spagnoli sarebbero altrove, troppo indaffarati a pensare a cose più importanti come la caccia agli elefanti in Africa, scambiarsi vestiti a Valencia o farsi belli e riscuotere consensi in qualche trasmissione televisiva.

Ci permetta inoltre di dirle che gli italiani a Barcellona sono da considerarsi storicamente una presenza molto importante, per il commercio, per la cultura, per il turismo e che la maggior parte di essi vedano la Spagna come una terra promessa, è un fatto che dovrebbe renderla orgogliosa, perchè quello che loro vogliono, è collaborare per rendere il suo Paese migliore e contribuire a non cadere in errori nei quali, ahimè, l'Italia è già caduta. Per questo accettiamo tutti i luoghi comuni e l'ironia sul nostro popolo, il “capicci?” il “ragaccia” o il gesto della mano affusolata, che sono in fin dei conti uno strumento sociale e di aggregazione, ma non possiamo accettare un'accusa simile a quella del suo articolo, una generalizzazione così approssimativa per fotografare un popolo non è degna di un giornalista professionista, ma questo non siamo noi a doverglielo insegnare.

Ciò che conta oggi è il fatto che Barcellona, come il resto della Spagna, sia appesa a un filo con su scritto Unione Europea o peggio ancora Eurovegas, che i suoi uomini di potere stiano pericolosamente scavando nel passato per consolidarsi nel caldo rifugio del fascismo e della dittatura e che il suo Paese sia ancora un luogo da Pane e Circense, dove l'unica cosa che importa è il risultato del Barça o del Madrid. Un posto insomma meno ospitale rispetto agli anni gloriosi, dove la tanto decantata libertà è venuta inspiegabilmente meno e, mentre i David Thoreau, Joseph Libertad e il Mahatma Gandhi si stanno probabilmente rivoltando nella tomba, l'unica nota positiva in tutto ciò è la vitalità e l'entusiasmo della gente che ha ancora il coraggio di lottare contro le ingiustizie.

Per quel che ci riguarda dunque, caro Juliana, le consigliamo solo di andare a vedere con i suoi occhi ciò che accade in Val di Susa o parlare direttamente con qualcuno che là ci è stato veramente e di riflettere in maniera approfondita sul concetto di giustizia nella SUA Spagna degli anni '10.



Qui sotto trovate il link all'articolo di Enric Juliana





Andrea Testini
Italiani a Barcellona Tv









Barcelona, años '10, donde està la justicia? (respuesta al periodista Enric Juliana)




Hace un par de años, durante un programa satírico de la Sexta, una popular cadena española de entretenimiento televisivo, la simpática y encantadora presentadora Ana Morgade recitó un monólogo con el cual, de manera irónica, invitaba las instituciones españolas, en particular las catalanas, a que replicaran e intentaran disminuir el cada vez mayor flujo de inmigración italiana a Barcelona. Aparentemente, desde entonces, los politicos y periodistas catalanes deben haberse tomado este monólogo muy en serio.

De hecho, hace unas semanas, el periodista de La Vanguardia Enric Juliana publicó un improbable artículo en él cual se echaba la culpa de los desagradables actos de violencia en la manifestación del pasado 29 de marzo en Barcelona, a un probable cuanto inverosímil grupo de anárquicos italianos, directamente relacionado, según dice el periodista, con los activistas NO TAV.

  

Está claro que la respuesta de la comunidad italiana al periodista no ha tardado mucho. Tanto en las calles como en las asociaciones, tanto en las redes sociales como en nuestros canales de web tv, se ha levantado una polémica, entre otras cosas muy italiana, con la cual se reprochaba al mismisimo periodista, se le acusaba de superficialidad, poca diplomacia e se le invitaba a unas disculpas oficiales.

El hecho es grave, amenaza de llevarse inútiles resentimientos, de ensuciar las buenas acciones de muchos compatriotas, además de crear un peligroso antecedente en las tranquilas relaciones entre italianos y españoles. Las instituciones en Italia, como siempre, se han lavado las manos.

Ahora nos preguntamos: porqué? Intentamos aclararnos un poco y analizar las cosas empezando por hechos reales y no hipotéticos, como en cambio le gusta hacer a nuestro querido Juliana.


Muchos , demasiados acontecimientos, a lo largo de los últimos años han contribuido a crear entre los italianos residentes en Barcelona, sentimientos de disgusto e incomprensión, debidos a grandes injusticias e desinterés general. Todo esto ha provocado las inevitatbles reacciones de muchos italianos, que se han dado cuenta de no estar tutelados en los propios derechos de ciudadanos comunitarios o incluso de estar sin defensas, a veces, delante de una justicia autárquica y represiva.

Qué hablemos por hechos y empezemos por la historia de Nicola Tanno, de la cual ya nos hemos ocupado bastante. Nicola, un jovén estudiante de Campobasso, llegó a Barcelona con una beca europea y a los pocos meses de su estancia en la capital catalana, perdió un ojo por una bala de goma disparada por los mossos d’esquadra, la policia catalana. Nicola cuenta que estaba celebrando con unos amigos un partido de fútbol, cuando de repente se ha encontrado en la calle, justo mientras los mossos empezaban a disparar las ya conocidas “balas de goma”. En la última manifestación del 29 de marzo, además, dos italianos más han sido afectados por estas armas. Los dos han perdido un ojo. En relación a estos casos, lo que se pide por parte de asociaciones nacidas después de estos acontecimientos, es la prohibición de esta arma, la identificación del policia y el reconocimiento de las culpas y del crimen.

En los últimos años, en España han sido alrededor de treinta las personas mutiladas a causa de este instrumento tan peligroso cuanto inútil, usado por personas fanáticas y violentas, autorizadas por el mismo Gobierno a desahogar la violencia de esta manera. En el País Basco un jovén ha muerto porque golpeado en partes vitales por una bala de goma.

Además del discurso patriótico, los italianos, como miles y millones de personas de todas las nacionalidades, no queremos renunciar al derecho de manifestar nuestra felicidad o disgusto por una situación que no va bien, sobre todo a causa de los gobiernos y de los mismo poderes económicos, que no saben o no quieren cambiar.   



Pero seguimos con los hechos reales, como por ejemplo el caso 4F, la historia del italiano Rodrigo Lanza. Rodrigo se encontraba en una calle de Barcelona, celebrando con algunos amigos, justo delante de un “okupa”, cuando algunos policías municipales, probablemente informadas por los vecinos, llegaron al lugar. Uno de los agentes fue golpeado en la cabeza por un objeto tirado (o caido?) de un balcón y fue trasladado de urgencia en graves condiciones. Los otros agentes, en la confusión genral, detuvieron a dos personas entre el centenar que tomaban parte a la fiesta. Una de estas personas era Rodrigo Lanza, el cual, además de haberse declarado siempre inocente, ha denunciado muchas veces violencias y abusos, tanto durante la dentención como dentro de la cárcel Quatre Camins de Barcelona, donde todavía sigue recluso. La chica que fue detenida con él en cambio, se suicidó después de dos meses de reclusión, quizás porque privada injustamente de lo más grande que tenía: la libertad.

Dos entre los mosson involucrados en el caso han sido acusados y juzgados por corrupción en otro hecho relacionado. Nosotros, de Italiani a Barcellona Tv recibimos cada día peticiones de amigos y familiares para hacer algo. Aunque no sea justicia, puesto que no tenemos este poder, por lo menos dar voz a un acontecimiento grotesco, que todavía manifiesta lados oscuros. Intentamos entonces contactar con el departamento de comunicación de los mossos para hacer una entrevista al portavoz o alguién en su lugar y quizás entrevistar al mismo Rodrigo, para escuchar tanto su versión como la de los que tendrían que tutelar a los ciudadanos a través de la ley. En cambio la respuesta que recibimos por mail es un NO contundente, invitandonos además a hacer este tipo de petición directamente a las sedes legales interesadas. En pocas palabras, consiguen legalmente, pero de manera incorrecta en la ética de los hechos, esconderse detrás de la burocracia y a costes demasiado elevados para producciones independientes como nosotros. Entonces, para qué sirve en Consolado Italino? Ellos tendrían la posibilidad de hacer noto el hecho, exponerlo a la prensa y probablemente a las sedes legales, pero todos se callan, en linea con la más clásica ley del silencio italiana. Algunos italianos, en las redes sociales, incluso acusan a los entes institucionales y a sus representantes de estar al juego de los politicos de CIU, el partido que actualmente gobierna en Catalunya y que cuenta con personajes temibles como Artur Mas, Josep Antoni Duran i Lleida y Felip Puig, el consejero que según muchos es el verdadero responsable de las actuaciones violentas por parte de los mossos. Parece claro entonces, según tales opiniones de nuestros compatriotas, que las instituciones italianas están intentando colaborar para limpiar su comunidad de grupos y personalidades “poco agradables”, que podrían perjudicar la imagén y la aparencia general de un pueblo entero. En práctica, lo que ha pasado en Italia en los últimos y largos veinte años.


Para terminar, hablaremos de un último hecho, tan verdadero como el monumento de Cristobal Colón que se eleva con orgullo hacia el cielo, en una extremidad de las Ramblas. Hace unos meses nos ha contactado una chica italiana, estafada por parte de un desconocido, él cual le alquiló un piso que no era de su propriedad. La chica había ido a ver el piso, como se suele hacer en estos casos, el desconocido le había abierto la puerta y le enseñó el piso. Para firmar el contrato, la entrega de las llaves y del dinero, la chica fue invitada a una oficina en pleno centro, presentada como gestoria. Toda contenta por la buena negociación se dirijo a su nuevo piso, pero ya a su llegada notó algo raro al enterarse de que las llaven no encajaban bien en la cerradura. Intentó entonces contactar con el desconocido, él cual había desaparecido. De él ni rastro, documentos, números de teléfonos y cuentas corrientes habían estado manipulados con la habilidad de alguien no nuevo en el juego. Ella llamó a todas las puertas de los vecinos y descubrió haber sido estafada de verdad dado que la descripción del proprietario no correspondía con el fulano que le había enseñado el piso. Entonces se fue rápida a denunciar el hecho, antés con dos agentes en la calle que le dijeron que no podían hacer nada y luego a la comisaría de los mossos d’esquadra más cercana. Después de haber esperado varias horas, por fin, la policia escucha su historia. Desde entonces nada! Los mossos han desaparecido, como el desconocido de antés, ninguna investigación a los reales proprietarios del piso ni a la oficina en centro en la que se firmaron los papeles. La chica nos cuenta que los mossos siempre la han callado con un “le diremos algo”, pero mientras ella misma ha seguido investigando y ha desubierto que detrás de todo hay una empresa que gestiona y alquila, por horas, oficinas a particualres (estafadores o no, da igual, basta que paguen!!!) y que bajo ningun concepto la empresa puede comunicar los nombres de sus clientes. En fin, una estafa autorizada en plena regla. Y en total qué han hecho los mossos? Una pregunta a la cual no sabemos contestar.



Probablemente este hecho también ya ha sido archivado, como muchas otras historias que cada día descubrimos por parte de los que nos contactan para contarnos su disaventura en Barcelona. Los robos de móviles, monederos y bolsos ya ni se cuentan, algunas zonas de la ciudad son verdaderas oasis de delincuencia internacional, prostitución, droga, timos por parte de quien ofrece trabajo, bancos sedientos de sangre humana, pisos en alquiler, o mejor cuartos pequeños sin ventanas y con moho en las paredes, a precios muy altos, con los cuales las agencias inmobiliarias son libres de especualar a su gusto, personas mayores rebuscando en la basura para comer algo, sin contar las reivendicaciones de las comunidades norte africanas en las afueras de la ciudad, a las cuales la Generalitat no está encontrando algún remedio o los curiosos tráficos nocturnos de los indianos en el casco historico. Y mientras todo esto hace el día a día de Barcelona, los mosson andan por la ciudad poniendo multas a los que beben cerveza por la calle, quien camina “demasiado desnudo”, quien cierra su bar con media hora de retraso o a los dueños de perros sorprendidos a mear en algún rincón.

Querido Juliana, la realidad de los hechos es esta y si tuviera el valor de pasear por la Rambla, el barrio gótico y el raval se daría cuenta, evitando así escribir tonterías para justificar las responsabilidades éticas y políticas de su nación, porque en fin qué se espera de esta situación? Igual pretende que el pueblo español, dejado en la miseria, vaya a aplaudir a sus “banjaminos” del gobierno o en la residencia real? En todo caso no sería una buena idea porque estos míticos benjaminos y grandes bienhechores estarían en otro sitio, con cosas mucho más importantes que hacer, como la caza a los elefantes en Africa, cambiarse de traje en Valencia y ganarse aprobaciones en algún programa televisivo.



Nos permita decirle además que historicamente se considera la comunidad de Italianos en Barcelona una presencia muy importante, para el comercio, la cultura, el turismo y si la mayoria de ellos miran a España como una tierra prometida, Ud. tendría que estar orgulloso, porque lo que quieren es ayudar a hacer su País mejor y no caer en errores ya bien conocidos en Italia. Por eso aceptamos todos los lugares comunes y la ironía sobre nuestro pueblo, los “capicci?”, el “ragaccia” o el gesto de la mano, que al fin y al cabo son instrumentos sociales de agregación. Pero no podemos aceptar una acusación como la de su artículo, una generalización tan aproximada para fotografiar a un pueblo no es digna de un periodista profesional, pero esto no tenemos que enseñarselo nosotros.



Lo que cuenta hoy es el hecho de que Barcelona, como el resto de España pende de un hilo llamado Unión Europea, o peor aún Eurovegas, que sus hombre de poder estén excavando en un peligroso pasado para consolidarse en la acogedora alcoba del fascismo y de la dictadura y que su País todavía sigue siendo un sitio de Pan y Circense, donde lo único que importa es el resultado del Barça-Madrid. Total, un sitio menos acogedor con respecto a los años gloriosos, donde la famosa libertad ha fallado sin razón y, mientras los David Thoreau, Joseph Libertad y Mahatma Gandhi se están probablemente revolviendo en sus tumbas, lo único positivo es la vitalidad y la alegría de la gente que todavía tiene el valor de luchar contra las injusticias.



Entonces por nuestra parte, querido Juliana, le aconsejamos ir sólo a ver con sus ojos lo que pasa en Val di Susa o hablar directamente con alguien que haya ido de verdad y reflexionar de manera apropiada sobre el concepto de justicia de SU España de los años ’10.


Traduzione di Eleonora Armonici


venerdì 13 aprile 2012

Italiani a Barcellona Tv - I tipici Calçots e la primavera

Vi chiederete che relazione possa esserci tra una specie rara di cipolla e la primavera barcellonese !?!? Bene, la relazione c'è e in Catalogna è una vera e propria tradizione popolare, infatti i Calçots, queste deliziose cipolle allungate e cotte alla fiamma, simboleggiano la fine della stagione invernale e l'arrivo quindi di lunghe e soleggiate giornate da passare alla Ciutadella, alla Barceloneta o in qualsiasi altro luogo di Barcellona...godetevi i video!





Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris a Barcellona




Il giorno 18 Febbraio, il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, ha tenuto una conferenza organizzata da Italia.Es e dallo IED (Istituto Europeo di Design), sulla “Trasformazione delle città mediterranee: sfide urbanistiche e sociali”. In questa occasione il neoeletto sindaco non si è fatto scappare l’occasione di ribadire il suo programma politico e di parlare di tutte le iniziative che vedranno Napoli come protagonista, dall’American Cup, al Forum delle culture del 2013, che probabilmente invece non si farà…..
È bene, chi meglio di lui, che si è trovato a dover affrontare la difficile situazione napoletana, può parlare di “sfide urbanistiche e sociali”.
Dall’inizio del suo mandato elettivo ,infatti, De Magistris si è impegnato con i suoi sostenitori e con l’intera città di Napoli, assicurando non solo la risoluzione del problema dell’immondizia, che sappiamo essere molto difficile, ma anche una migliore organizzazione degli spazi, con la creazione di spazi verdi o ancora la rivalutazione di siti lasciati per troppo tempo al degrado. L’esposizione del programma da parte di De Magistris è stata abbastanza chiara ed esaustiva, anche se ad alcune domande dei partecipanti alla conferenza, non ci sono state risposte altrettanto chiare, come per esempio sul tema del termovalorizzatore.
Il discorso del sindaco napoletano, si è incentrato poi sul tema della cultura, punto fondamentale dal quale partire per risollevare le sorti della città di Napoli.
Napoli è infatti una città ricca di storia, conta più di cinquecento chiese, tre castelli nel pieno centro della città e palazzi storici che vanno dal gotico al rinascimento e ancora più indietro nel tempo come stile architettonico. Come si cerca di andare avanti con gli scavi della metropolitana si riscoprono reperti storici di vario tipo ed è anche per questo che molto spesso i lavori vanno a rilento. Una città così ricca di cultura potrebbe puntare maggiormente sul fattore turistico ed è proprio questo uno degli obiettivi di De Magistris, rivalutare la città di Napoli e darle anche un aspetto più moderno e giovanile, favorendo per esempio le manifestazioni artistiche dei giovani.
Proprio per questo ha firmato un’ ordinanza che assicura la libertà assoluta degli artisti di strada, incentivando lo spirito artistico dei giovani napoletani.
Che cosa hanno in comune le città di Napoli e Barcellona?
Storia, mare e molto altro ancora, ma mentre la seconda ha saputo, in passato e attualmente, sfruttare le occasioni che le si sono presentate, la prima ancora deve scrollarsi la polvere che l’ha ricoperta dopo anni e anni di mala amministrazione.
Barcellona, iniziò il suo sviluppo culturale e urbanistico con il ritorno alla democrazia, alla fine degli anni settanta, e grazie anche ai giochi olimpici del ’92, si è trasformata nella moderna metropoli del presente, che fa parlare di se in tutto il mondo.
La città di Napoli quindi dovrebbe prendere come esempio la città di Barcellona e tendere allo stesso risultato, sfruttando le manifestazioni che in questo anno sono state previste nel capoluogo Campano. Il nuovo sindaco si è mostrato deciso e intenzionato a portare avanti i suoi progetti, sempre tenendo in conto i problemi e le difficoltà che ci sono nella città di Napoli, e visto che più volte si è rivolto ai giovani come punto di riferimento e futuro della città stessa, ci auguriamo che a Napoli, come nel “Nostro Paese” si possa tornare a investire sui giovani, parte della società quasi completamente dimenticata o sfruttata nella "migliore" delle ipotesi.





Un servizio di Italiani a Barcellona Tv

Presentazione di Annalisa Pellegrino

Video di Andrea Testini